21 luglio 2008

Pionieri del fascismo/2

A costo di essere ripetitivo riporto un mio intervento su luogocomune.net in risposta a questo articolo.
Certo è solo la fotografia di un dito, così come all'aeroporto dobbiamo solo mettere i liquidi in una busta e far passare le scarpe dentro un metal detector. D'altronde lo facevamo anche prima con gli oggetti metallici, quindi perchè non dovremmo metterci anche gli altri oggetti?
Ciò non toglie che per quanto i reali scopi di queste restizioni aeroportuali ci sfuggano, i motivi per approvarle sono stati del tutto pretestuosi e creati ad arte (è già stato dedicato abbastanza spazio a Gatorade e Ipod nel sito per ripeterlo anche qui). Proprio come l'emergenza Rom che ha avuto questo inspiegabile sviluppo di cui ora stiamo parlando. Non ha spiegazione il motivo per cui le impronte di 140,000 individui sono discriminazione, tanto da rievocare i soliti campi di concentramento e quel periodo storico ormai stuprato da chiunque per estorcere diritti e denaro, mentre per 60 milioni di persone sono un provvedimento come un altro. Insomma, registrare una minoranza è atto deprecabile, registrare tutte le minoranze e la maggioranza (che sinceramente dubito sia rappresentata dagli italiani) al contrario è un atto del tutto normale. Si aggiunga che l'applicazione delle leggi che ci si auspica è anche funzione della celerità con cui si svolgono i processi. Un database che comprende 60 milioni di impronte lavorerà incredibilmente più lentamente a confronto di un database che comprende le sole impronte dei pregiudicati, proprio come una lista con un milione di presunti terroristi [*link] è di gran lunga più macchinosa da gestire.

L'aspetto raccapricciante è che una giusta applicazione del codice è richiesta dagli stessi che in altri articoli in homepage vengono accusati (a ragione, sia chiaro) di essere coinvolti nell'abbattimento di due grattaceli, di aver coperto il reale andamento delle guerre in Medio Oriente (intraprese grazie a pretesti creati ad arte), di aver perpetrato torture su manifestanti disarmati e così via. Insomma come sperare che un pedofilo possa far funzionare regolarmente una scuola materna. Pare che quando non si parli di 9/11 o di Iraq siamo tutti disponibili ad essere coglionati alla prima proposta che non si capisce quale utilità pratica possa avere. Considerato anche il fatto che non mi pare che si sia fatta chiarezza sull'omicidio Kennedy. Lo stesso vale per Mattei o Moro. In sostanza quando si tratta di risolvere un delitto, o una strage, di un certo "peso", tutte queste leggi a tutela della giustizia e della verità finiscono nel cesso o se le porta nella tomba il Segreto di Stato. A questo sempre più stringente monitoraggio della popolazione si accompagna il tentativo di far passare immunità parlamentari, divieto di pubblicazione delle intercettazioni e così via. Da una parte sempre più asfissiati dallo Stato, dall'altra una casta autoreferenziale che fa quel cazzo che le pare. Verrebbe da chiedersi per quale motivo "sicurezza" significa monitorare padri di famiglia e onesti lavoratori e lasciare liberi di fare qualsiasi cosa chi gestisce 7 delle 12 mensilità lavorative di questi ultimi.

Ad ogni modo i casi sono due: se il provvedimento è inutile, o meglio, non ha alcun effetto sulle vite dei cittadini, risulta un inutile spreco di denaro pubblico e un ostacolo per la gestione della macchina giudiziaria. Se è utile sarebbe opportuno specificare a chi e per cosa (lo stesso vale per i liquidi all'aeroporto). Per quanto riguarda il DNA è solo questione di tempo. Al prossimo delitto efferato con spargimenti vari di sanque qualcuno ipotizzerà che avendo schedato tutti l'omicida sarebbe saltato fuori in poche ore, ed ecco che tutti favorevolmente approveranno il nuovo provvedimento. Tanto ormai gli abbiamo dato la foto della faccia, la foto del dito, la dichiarazione dei redditi, il culo (metaforicamente, si spera)... quindi che differenza fa lasciargli anche il DNA?! Almeno saremo tutti più sicuri!
Proprio pochi giorni dopo ecco una notizia del Sole24ore, che conferma i miei timori [*1]:
Non occorrerà essere detenuti, condannati o ufficialmente indagati di un crimine per finire nell'archivio nazionale forense del DNA. Basterà anche soltanto figurare tra i soliti sospetti di una indagine per vedersi recapitare un mandato a comparire per fornire un campione di saliva o un capello, allo scopo di veder mappato il proprio codice genetico da confrontare con quello raccolto sulla scena di un crimine. Questo è quanto si deduce dall'ultima bozza di un disegno di legge che va a inserirsi nel quadro del cosiddetto Pacchetto Sicurezza che il Governo sta elaborando: a rivelarlo, un articolo de Il Sole 24 Ore.

La nascita del database italiano è stata fino ad oggi piuttosto tribolata. Già nella scorsa legislatura erano stati fatti dei tentativi per regolare un'attività che oggi viene svolta in via non ufficiale - e per certi aspetti al confine dell'illegalità - dalle forze dell'ordine. Lo scorso maggio, il nuovo Governo aveva ribadito l'intenzione di rilanciare la novità in tempi brevi dopo un'analisi più approfondita dei costi. Ora si riparte e restano da valutare le novità introdotte rispetto all'idea precedente sulle modalità di prelievo dei campioni da classificare.

[...]

3 commenti:

Blog su blogger di Tescaro ha detto...

Secondo me l'unica cosa da monitorare è le azioni e il pensiero di questo governo, e controllare come fà per fare votare le leggi, quali inciuci realizza e così via, perchè viene fatto alle spalle dei cittadini e contro i cittadini. Buona gionata da Tiziano

Anonimo ha detto...

molto intiresno, grazie

Anonimo ha detto...

La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu

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