29 luglio 2008

Più Sicurezza per tutti

Incredibile. Resto basito davanti a certe notizie. Principalmente perchè non mi aspettavo che La Russa avesse così a cuore la sorte di ciascun meneghino (ma in realtà è un provvedimento esteso a 9 città [*1]), tanto da assegnargli un soldato personale. Com'è ovvio, infatti, il seguente provvedimento ha lo scopo di aumentare la sicurezza dei cittadini:
[*2] Da lunedì nelle strade di Milano ci saranno i soldati. Un contingente formato da quasi quattrocento militari avrà il compito di sorvegliare i consolati, il Centro di permanenza temporanea (Cpt) di via Corelli e gli altri punti sensibili della città. Ma i soldati saranno anche impegnati in operazioni di pattuglia con poliziotti e carabinieri. A partire dalla prossima settimana cominceranno ad arrivare e prendere posizione. Il via libera all'utilizzo dell'esercito nelle città è arrivato dal comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza del Viminale. [...] Centosettanta avranno compiti di pattuglia nelle strade dove opereranno in concorso e congiuntamente alle forze di polizia. Altri 134 militari saranno invece schierati venti punti sensibili. [...] I soldati che pattuglieranno le strade cittadine insieme alla polizia vestiranno la mimetica e saranno armati con un arma a canna corta, ossia una pistola. Ben più pesante l'armamento di cui saranno dotati i militari che presidieranno i punti sensibili. Indosseranno la tenuta da combattimento: ossia avranno il giubbotto antiproiettile e imbracceranno il mitra.
Inutile dire che non si tratta assolutamente di militarizzazione del territorio e tutti i nordcoreani che mi stanno leggendo saranno assolutamente d'accordo. Dopotutto mi pare ovvio che un parlamento (in tutti i suoi schieramenti) colluso con la mafia, la massoneria e che costantemente insabbia qualsiasi processo possa minare la reputazione dei suoi componenti (l'inchiesta Why Not, per dirne una che potenzialmente avrebbe potuto essere una nuova Tangentopoli) sia esclusivamente interessato alla sicurezza dei propri cittadini. L'indulto di qualche anno fa è lì a dimostrarcelo. Ma siamo davvero sicuri che i criminali (quelli grossi) stiano davvero per le strade, e invece non circolino a bordo di auto blu? A proposito, per riflettere consiglio di dare un'occhiata a questa versione illustrata del Gongoro de "La via della schiavitù", un libro di von Hayek. Giusto per capire a che punto siamo sulla strada della pianificazione totale socialista. Analogamente, consiglio questo post di MenteCritica, giusto per ricordarsi cosa voglia dire per il cittadino veder gestita la sua sicurezza dallo Stato (basta tornare indietro di 7 anni con la memoria):
Mancava poco a mezzanotte, quando il primo poliziotto colpì Mark Covell, abbattendo il manganello sulla sua spalla sinistra. Covell fece del suo meglio per gridare in italiano che era un giornalista ma, in pochi secondi, fu circondato da ufficiali della squadra antisommossa che lo colpirono con i loro bastoni. Per un po’ di tempo riuscì a rimanere sui suoi piedi, ma poi una bastonata al ginocchio lo spedì sul marciapiede. [...] La squadra antisommossa era ancora occupata con la porta, così un gruppo di agenti pensò di passare il tempo giocando a calcio con Covell. [...] Mi ha fatto pensare a un macelleria di maiali. Siamo stati trattati come animali, come maiali. [...] In un corridoio ordinarono ad un gruppo di giovani uomini e donne di inginocchiarsi, in modo che fosse più facile colpirli sulla testa e sulle spalle. [...]
Non vorrei però destare inutili preoccupazioni in nessuno. La democrazia non è defunta (ammesso che nella sua benevola accezione sia mai nata). Così come solo un incallito complottista potrebbe pensare che si tratta dell'ennesimo anello di una catena preparata per "imprigionare" gli individui è limitarne gradualmente le libertà. Certo, il fatto che sia successiva al lodo Alfano (che rende intoccabili quattro persone scelte da un partito, qualunque nefandezza abbiano commesso nella loro vita), a un decreto legge che renderà la Campania terra di devastazione e miseria, all'adesione al trattato di Lisbona, decisa senza interpellare il popolo italiano, che prevede un radicale cambiamento delle dinamiche europee e delle vite dei suoi cittadini. La dichiarazione dello stato di emergenza fa il paio con la decisione di prendere le impronte digitali (e prossimamente anche il DNA) di ciascuno di noi. Una situazione che permette di scavalcare ogni diritto, su cui le dichiarazioni del prefetto Mario Morcone al sole24ore gettano uteriori ombre [*3]:
la misura consente l’esercizio di poteri straordinari, tramite interventi e provvedimenti di natura eccezionale attraverso l’utilizzo di ordinanze di protezione civile, l’adozione di procedure accelerate per la gestione dei nuovi centri di accoglienza nonché interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria in strutture soggette a quotidiano degrado
Stanno smontando la costituzione un pezzo alla volta (ammesso e non concesso che ci serva un pezzo di carta per reclamare le nostre libertà). La verità è che non c'è nessuna emergenza sicurezza (l'incapacità, o forse la mancanza di volontà dello Stato di preservare l'incolumità dei propri cittadini ha origini antiche), bensì c'è un'emergenza democratica. Intesa come una progressiva perdita delle libertà del singolo.

26 luglio 2008

Una grande voglia d'Europa

Così, en passant, colgo l'occasione per segnalare che oggi il Senato ha votato oggi la legge di ratifica del trattato di Lisbona del 13 dicembre 2007, che modifica le regole di funzionamento dell'Unione europea. I voti favorevoli sono stati 286, nessuno ha votato no e nessuno si è astenuto. Un plebiscito mai visto prima [*1]:
Si' all'unanimita' del Senato alla ratifica del Trattato di Lisbona. L'Aula di Palazzo Madama , nessun contrario e nessun astenuto ha dato il via libera al disegno di legge di ratifica ed esecuzione del Trattato sottoscritto a Lisbona il 13 dicembre 2007 che modifica il Trattato sull'Unione europea e il Trattato che istituisce la Comunita' europea. Il disegno di legge di ratifica del Trattato di Lisbona passa ora all'esame della Camera.
Anche la Lega Nord, pur colorando il proprio voto con qualche folkloristico vessillo, ha votato a favore. Nessuno si è preso il disturbo di chiederci niente, nonostante, come già spiegato, ci saranno modifiche sostanziali nella vita di ciascun cittadino. Nemmeno "i meno peggio", quelli dell'"yes, we can", hanno avuto niente da dire in contrario. Una grande conquista sociale, come quella della schedatura delle impronte digitali [*2 - *3]. Certo si iniziassero a mettere assieme tutte queste notizie potrebbe venire qualche dubbio sulla bontà di queste decisioni imposte dall'alto. Fortuna che ogni volta che mi sorge qualche perplessità mi ricordo che "lo Stato siamo noi" (che in futuro dovremo modificare in "l'Unione siamo noi") e torno pacatamente alle mie faccende quotidiane. Dopotutto ogni 5 anni posso scegliere il mio parlamentare democratico che mi rappresenti in parlamento. Sarei curioso di sapere se i federalisti padani ad oggi la pensano così.

21 luglio 2008

Pionieri del fascismo/2

A costo di essere ripetitivo riporto un mio intervento su luogocomune.net in risposta a questo articolo.
Certo è solo la fotografia di un dito, così come all'aeroporto dobbiamo solo mettere i liquidi in una busta e far passare le scarpe dentro un metal detector. D'altronde lo facevamo anche prima con gli oggetti metallici, quindi perchè non dovremmo metterci anche gli altri oggetti?
Ciò non toglie che per quanto i reali scopi di queste restizioni aeroportuali ci sfuggano, i motivi per approvarle sono stati del tutto pretestuosi e creati ad arte (è già stato dedicato abbastanza spazio a Gatorade e Ipod nel sito per ripeterlo anche qui). Proprio come l'emergenza Rom che ha avuto questo inspiegabile sviluppo di cui ora stiamo parlando. Non ha spiegazione il motivo per cui le impronte di 140,000 individui sono discriminazione, tanto da rievocare i soliti campi di concentramento e quel periodo storico ormai stuprato da chiunque per estorcere diritti e denaro, mentre per 60 milioni di persone sono un provvedimento come un altro. Insomma, registrare una minoranza è atto deprecabile, registrare tutte le minoranze e la maggioranza (che sinceramente dubito sia rappresentata dagli italiani) al contrario è un atto del tutto normale. Si aggiunga che l'applicazione delle leggi che ci si auspica è anche funzione della celerità con cui si svolgono i processi. Un database che comprende 60 milioni di impronte lavorerà incredibilmente più lentamente a confronto di un database che comprende le sole impronte dei pregiudicati, proprio come una lista con un milione di presunti terroristi [*link] è di gran lunga più macchinosa da gestire.

L'aspetto raccapricciante è che una giusta applicazione del codice è richiesta dagli stessi che in altri articoli in homepage vengono accusati (a ragione, sia chiaro) di essere coinvolti nell'abbattimento di due grattaceli, di aver coperto il reale andamento delle guerre in Medio Oriente (intraprese grazie a pretesti creati ad arte), di aver perpetrato torture su manifestanti disarmati e così via. Insomma come sperare che un pedofilo possa far funzionare regolarmente una scuola materna. Pare che quando non si parli di 9/11 o di Iraq siamo tutti disponibili ad essere coglionati alla prima proposta che non si capisce quale utilità pratica possa avere. Considerato anche il fatto che non mi pare che si sia fatta chiarezza sull'omicidio Kennedy. Lo stesso vale per Mattei o Moro. In sostanza quando si tratta di risolvere un delitto, o una strage, di un certo "peso", tutte queste leggi a tutela della giustizia e della verità finiscono nel cesso o se le porta nella tomba il Segreto di Stato. A questo sempre più stringente monitoraggio della popolazione si accompagna il tentativo di far passare immunità parlamentari, divieto di pubblicazione delle intercettazioni e così via. Da una parte sempre più asfissiati dallo Stato, dall'altra una casta autoreferenziale che fa quel cazzo che le pare. Verrebbe da chiedersi per quale motivo "sicurezza" significa monitorare padri di famiglia e onesti lavoratori e lasciare liberi di fare qualsiasi cosa chi gestisce 7 delle 12 mensilità lavorative di questi ultimi.

Ad ogni modo i casi sono due: se il provvedimento è inutile, o meglio, non ha alcun effetto sulle vite dei cittadini, risulta un inutile spreco di denaro pubblico e un ostacolo per la gestione della macchina giudiziaria. Se è utile sarebbe opportuno specificare a chi e per cosa (lo stesso vale per i liquidi all'aeroporto). Per quanto riguarda il DNA è solo questione di tempo. Al prossimo delitto efferato con spargimenti vari di sanque qualcuno ipotizzerà che avendo schedato tutti l'omicida sarebbe saltato fuori in poche ore, ed ecco che tutti favorevolmente approveranno il nuovo provvedimento. Tanto ormai gli abbiamo dato la foto della faccia, la foto del dito, la dichiarazione dei redditi, il culo (metaforicamente, si spera)... quindi che differenza fa lasciargli anche il DNA?! Almeno saremo tutti più sicuri!
Proprio pochi giorni dopo ecco una notizia del Sole24ore, che conferma i miei timori [*1]:
Non occorrerà essere detenuti, condannati o ufficialmente indagati di un crimine per finire nell'archivio nazionale forense del DNA. Basterà anche soltanto figurare tra i soliti sospetti di una indagine per vedersi recapitare un mandato a comparire per fornire un campione di saliva o un capello, allo scopo di veder mappato il proprio codice genetico da confrontare con quello raccolto sulla scena di un crimine. Questo è quanto si deduce dall'ultima bozza di un disegno di legge che va a inserirsi nel quadro del cosiddetto Pacchetto Sicurezza che il Governo sta elaborando: a rivelarlo, un articolo de Il Sole 24 Ore.

La nascita del database italiano è stata fino ad oggi piuttosto tribolata. Già nella scorsa legislatura erano stati fatti dei tentativi per regolare un'attività che oggi viene svolta in via non ufficiale - e per certi aspetti al confine dell'illegalità - dalle forze dell'ordine. Lo scorso maggio, il nuovo Governo aveva ribadito l'intenzione di rilanciare la novità in tempi brevi dopo un'analisi più approfondita dei costi. Ora si riparte e restano da valutare le novità introdotte rispetto all'idea precedente sulle modalità di prelievo dei campioni da classificare.

[...]

17 luglio 2008

Un popolo di terroristi

"Qualcuno doveva aver diffamato Josef K. perché, senza che avesse fatto nulla di male, una mattina venne arrestato. La cuoca della signora Grubach, la sua padrona di casa, che ogni giorno verso le otto gli portava la colazione, quella volta non venne. Ciò non era mai accaduto. K. aspettò ancora un po', guardò dal suo cuscino la vecchia signora che abitava di fronte e che lo osservava con una curiosità del tutto insolita in lei, poi però, meravigliato e affamato a un tempo, suonò. Subito qualcuno bussò e entrò un uomo, che egli non aveva mai visto prima in quella casa. [...]"
Questo è l'incipit di uno dei più famosi romanzi del '900, "Il Processo", di Franz Kafka. Un testo angosciante, la storia surreale e inquietante di un impiegato di nome Josef K. che viene accusato, arrestato e processato per motivi misteriosi. Nessuno riuscirà mai a spiegare all'imputato il motivo del processo che un'autorità giudiziara incalzante e enigmatica gli ha intentato. Nemmeno prima del tragico epilogo per il protagonista. Per tutto il romanzo i pochi spiragli che sembrano illuminare la realtà vengono subito oscurati da un alone di mistero e penombra che non si dilegua, con continue contraddizioni mirate a mettere in dubbio qualsiasi punto di riferimento certo per il lettore. Ne esce una descrizione del tribunale e di un sistema giudiziario distopico, in cui la burocrazia è tanto impietosa quanto cieca e imprevedibile. Un quadro narrativo che, a quanto pare, non si discosta molto dalla realtà. Il centro di sorveglianza sul terrorismo, una branca del FBI, raccoglie da anni nomi di presunti terroristi in una lista. Il problema è che questo lavoro certosino e pagato dal taxpayer ha portato a schedare una valanga di sospetti: ormai sono più di un milione, come denuncia l'ACLU, l'Unione americana per le libertà civili. Per contraddistinguerli tutti non basterebbero centinaia e centinaia di mazzi di carte, assi di picche, fiori, quadri o cuori [*1]:
The nation’s terrorist watch list has hit one million names, according to a tally maintained by the American Civil Liberties Union based upon the government’s own reported numbers for the size of the list.Members of Congress, nuns, war heroes and other ’suspicious characters,’ with names like Robert Johnson and Gary Smith, have become trapped in the Kafkaesque clutches of this list, with little hope of escape,” said Caroline Fredrickson, director of the ACLU Washington Legislative Office. “Congress needs to fix it, the Terrorist Screening Center needs to fix it, or the next president needs to fix it, but it has to be done soon.” Fredrickson and Barry Steinhardt, director of the ACLU’s Technology and Liberty Program, spoke today along with two victims of the watch list: Jim Robinson, former assistant attorney general for the Criminal Division who flies frequently and is often delayed for hours despite possessing a governmental security clearance and Akif Rahman, an American citizen who has been detained and interrogated extensively at the U.S.-Canada border when traveling for business. “America’s new million record watch list is a perfect symbol for what’s wrong with this administration’s approach to security: it’s unfair, out-of-control, a waste of resources, treats the rights of the innocent as an afterthought, and is a very real impediment in the lives of millions of travelers in this country,” said Barry Steinhardt, director of the ACLU Technology and Liberty Program. “It must be fixed without delay.” “Putting a million names on a watch list is a guarantee that the list will do more harm than good by interfering with the travel of innocent people and wasting huge amounts of our limited security resources on bureaucratic wheel-spinning,” said Steinhardt. “I doubt this thing would even be effective at catching a real terrorist.”
L'articolo riporta i casi di diversi cittadini americani senza nessun precedente penale costretti a rinunciare ad un viaggio ed a subire lunghissimi interrogatori solo a causa dell'incompetenza della macchina amministrativa americana. L'ennesima dimostrazione della scarsa validità del principio che chi non ha nessuno scheletro nell'armadio può mettere tranquillamente ogni aspetto della propria vita in mano allo Stato.

L'amministrazione Bush, che sta spendendo ingenti somme di denaro pubblico per la sicurezza con risultati infruttuosi, ora si trova a dover gestire un esercito transnazionale di ricercati. Una lista di controllo da un milione di persone è virtualmente inutile. Si finisce, come testimonia l'articolo, per catturare persone innocenti, che non c’entrano nulla con il crimine o il terrorismo. Pretendere di controllare gli spostamenti di mezzo milione di persone è davvero troppo anche per un sistema di sicurezza ipertrofico come quello americano. Col risultato di un'America che, oltre a non essere piu' sicura, è sempre meno libera.

16 luglio 2008

Pionieri del fascismo

Finalmente l'emergenza Rom è giunta al suo logico epilogo. Non si tratta nè di regolamentarli, nè di controllare i flussi migratori. Al contrario verranno prese le loro impronte digitali. Pare che stia trattando di un argomento vecchio, trito e ritrito, ma in realtà la notizia è di oggi: dal 2010 lo Stato italiano obbligherà tutti i propri cittadini a apporre le proprie impronte digitali sulla carta d'identità. Insomma, per non discriminare i Rom, discriminiamo tutti, come sottolinea "giustamente" Casini: ''Siamo contrari alle impronte digitali per i bambini rom. Lo Stato feroce non tutela mai, lo Stato che tutela e' lo Stato giusto. E allora proponiamo di prendere le impronte a tutti i nostri figli: questo e' un principio di liberta' e uguaglianza''. Gli fanno eco il deputato del PD, Misiani, che afferma che il provvedimento «disinnesca la questione Rom. Ora le impronte saranno prese a tutti». A ruota lo segue Giulio Calvisi, che coglie l'occasione per bullarsi, visto il primato italiano nelle direttive UE, che prevedono un'introduzione di un provvedimento simile in ogni stato. Stranamente i soloni della sinistra moderata quando vengono inseriti questi emendamenti non menzionano mai il rischio di una deriva fascista del paese, al contrario di quanto avviene ogni qualvolta Mediaset aumenta il proprio fatturato o Berlusconi si salva da un processo. Allo stesso tempo dovrebbero spiegarci per quale motivo fino a ieri la schedatura costituiva una "pratica discriminatoria che non rispettano la dignità umana" [*1] (parole testuali del primo ministro romeno Calin Tariceanu), ed oggi una schedatura su scala nazionale "è una vittoria simbolica" (G. Calvisi). Insomma, quando a rischiare era la minoranza si sono levati lamenti da ogni angolo del globo [*2], oggi che il provvedimento coinvolge tutti, rom compresi, nessuno ha niente da dire in contrario. Nè il Garante della Privacy (che deve essere impegnato a perseguire chi diffonde le dichiarazioni dei redditi via p2p), nè l'Unione Europea e nemmeno la Cei. L'accettazione incondizionata del mondo politico (o in ogni caso delle alte sfere) di un provvedimento del genere potrebbe essere anche prevedibile. Quel che risulta incredibile è che il 76% degli italiani sia d'accordo con questa misura [*3]:

Allucinante. Tutti assieme, volontariamente, verso uno Stato di polizia. Ovviamente si può superficialmente ribattere dicendo che chi non ha niente da nascondere non ha niente da temere, frase peraltro scritta da Hitler nel suo Mein Kampf (giusto per dare paternità a questa citazione di cui spesso si fa abuso), una giustificazione che porta ad abolire qualsiasi concetto di privacy ("non maltratti la tua famiglia? Che problema c'è se ti mettiamo una telecamera in casa?!"), salvo poi trovarsi stupiti se l'enorme potere di controllo su ogni singolo aspetto della vita dell'individuo che ne consegue viene utilizzato dal despota di turno o per uno scopo che non ha nulla a che vedere con la sicurezza. Casomai si dovrebbe obbiettare che non c'è alcun motivo di schedare un cittadino incensurato, visto che non ha problemi con la legge non si capisce per quale motivo lo Stato si premuri di tenerlo sotto controllo. Al contrario un parlamentare strafatto di cocaina che legifera o un Presidente di Regione che prende tangenti vengono prontamente tutelati nel nascondere i loro loschi affari [*4]. Lo Stato esiste grazie ai soldi sottratti ai suoi cittadini (forse è questo il significato dell'espressione "lo Stato siamo noi"), e può fare ciò perché è l'unico ad avere la possibilità di esercitare la violenza sulle persone: può rapire [*5] e schedare le persone, mentre queste non hanno nessuna difesa contro di esso (il caso De Magistris e la recente sentenza di Genova sui fatti di Bolzaneto lo dimostrano).

15 luglio 2008

Stagflazione

Stagflazione. C'è poco da aggiungere:
[*1] Complice l'aumento dei prezzi delle materie prime, Banca d'Italia stima un ritmo di crescita dell'economia italiana dello 0,4% sia nel 2008 che nel 2009. Le nuove previsioni, contenute nel Bollettino economico pubblicato oggi, sono "sensibilmente" inferiori a quelle di gennaio, quando via Nazionale vedeva il Pil intorno all'1% sia quest'anno sia il prossimo. "L'aumento medio annuo, pari all'1,4% nel 2007, scenderebbe allo 0,4% sia quest'anno sia il prossimo", spiega il bollettino. Secondo Bankitalia la domanda nazionale ristagnerà nel biennio sia per i consumi che per gli investimenti. I consumi privati salirebbero di 0,2 decimi di punto nel 2008 e di 0,3 nel 2009; gli investimenti fissi lordi sono visti in entrambi gli anni a +0,3%.

Il quadro economico non esaltante si comincerà a vedere già con i dati del secondo trimestre, per il quale Bankitalia prospetta "una crescita sostanzialmente nulla del Pil". "Dopo un inizio dell'anno favorevole e nonostante un incremento superiore alle attese in aprile l'attività industriale ha subito un forte calo in maggio e, secondo le nostre stime, registrerebbe una contrazione di circa un punto percentuale nel complesso del secondo trimestre", si legge nel bollettino.

L'inflazione "si manterrà superiore al 3% per tutto il 2008, risentendo anche di adeguamenti delle tariffe energetiche che recepiscono con ritardo le variazioni delle quotazioni delle materie prime". "Nell'ipotesi che il suo rialzo corrente non si ripercuota sul processo di determinazione di salari e prezzi e resti moderata la dinamica dei costi interni, essa si riporterebbe gradualmente verso il 2% nel corso del 2009", continua Bankitalia. Nel dettaglio, l'inflazione al consumo raggiungerebbe il 3,8% nella media dell'anno, su base armonizzata, e scenderebbe al 2,8 il prossimo.

L'inflazione interna, misurata in base al deflatore del Pil, pur risentendo dell'accelerazione del Clup (il costo di lavoro per unità di prodotto), aumenterebbe in misura molto più contenuta, collocandosi intorno al 2,5% quest'anno e il prossimo, dal 2,3 del 2007. La flessione nel ritmo di crescita dell'economia [...] In sintesi, avverte Bankitalia, il "quadro previsivo presenta rischi al rialzo per l'inflazione e al ribasso per la crescita, legati alla possibilità di ulteriori aumenti dei prezzi dell'energia e di un'evoluzione più sfavorevole del quadro macroeconomico e finanziario internazionale".

Non menzionate mai la BCE e le politiche economiche dell'Unione Europea, mi raccomando. É colpa del "quadro macroeconomico internazionale", mi pare ovvio.

Verso una nuova bolla

Nonostante gli americani stiano ancora facendo i conti con le conseguenze [*1] dell'esplosione della bolla immobiliare, i sussidi governativi stanno già gonfiando una nuova, quella dell'etanolo:
[*2] There is one industry that fits the bill: alternative energy, the development of more energy-efficient products, along with viable alternatives to oil, including wind, solar, and geothermal power, along with the use of nuclear energy to produce sustainable oil substitutes, such as liquefied hydrogen from water. Indeed, the next bubble is already being branded. Wired magazine, returning to its roots in boosterism, put ethanol on the cover of its October 2007 issue, advising its readers to forget oil; NBC had a “Green Week” in November 2007, with themed shows beating away at an ecological message and Al Gore making a guest appearance on the sitcom 30 Rock. Improbably, Gore threatens to become the poster boy for the new new new economy: he has joined the legendary venture-capital firm Kleiner Perkins Caufield & Byers, which assisted at the births of Amazon.com and Google, to oversee the “climate change solutions group,” thus providing a massive dose of Nobel Prize–winning credibility that will be most useful when its first alternative-energy investments are taken public before a credulous mob. Other ventures—Lazard Capital Markets, Generation Investment Management, Nth Power, EnerTech Capital, and Battery Ventures—are funding an array of startups working on improvements to solar cells, to biofuels production, to batteries, to “energy management” software, and so on.
Le conseguenze questa volta potrebbero essere devastanti [*3], considerato che la produzione di etanolo comporta l'abbandono dalle colture a scopo alimentare, visto che i sussidi (distorcendo il mercato) rendono più conveniente puntare sulle colture a scopo energetico e che queste coltivazioni prevedano l'utilizzo di notevoli quantità d'acqua.

14 luglio 2008

Un disastro totale

Si sono aperte due nuove falle nel sistema creditizio americano: si chiamano Fannie Mae e Freddie Mac, le principali "istituzioni" americane che operano nel campo dei mutui (ma in questo caso di quelli prime, quelli più sicuri, considerati "sani" fino a ieri). Si tratta di due GSE, Government Sponsored Enterprises, servizi finanziari creati dal Congresso degli Stati Uniti con la funzione di supportare il credito a specifici settori dell'economia. Fannie Mae è il nome con cui è conosciuta la Federal National Mortgage Association (FNMA), che ha avuto in pratica il monopolio dei mutui in USA da quando è nata (nel 1938) fino alla fine degli anni sessanta, mentre il nome completo di Freddie Mac è Federal Home Loan Mortgage Corporation (FHLMC). Due articoli dettagliati e quantomeno premonitori si possono leggere in lingua inglese su mises.org [* Freddie Mac: A Mercantilist Enterprise - *Fannie Mae: Another New Deal Monstrosity]. Sono risalenti rispettivamente al 2005 e 2007, ma che prevedevano lucidamente le conseguenze con cui oggi gli States stanno facendo i conti:
[...] the issue of risk has been largely ignored. On the basis of the kind of strategy Freddie Mac currently pursues, its business is far more volatile than its credit rating suggests and, despite the use of derivatives, is extraordinarily exposed to interest rate risk. This simple fact means the company's past performance is in no way a barometer of future performance. The earnings suppression occurred during a period of declining interest rates. However, if the interest rate environment were to change dramatically, the company's significant gains in their portfolio could suddenly turn into significant losses. Indeed, it appears that the most recent monetary expansion being orchestrated by the Fed has led to a boom in the housing market as a result of depressed interest rates that are not likely to hold in the long-term. As this boom unravels and interest rates move upward, Freddie Mac could be left with large scale losses. The signs are already pointing in this direction.
Questo estratto è di più di 3 anni fa, eppure fotografa la situazione attuale. I prestiti di FNMA e FHLMC valgono complessivamente 5.200 miliardi di dollari. Per avere un'ordine di grandezza, quel volume di prestiti è pari al 58% dell'intero debito pubblico americano. Se dovessero crollare queste due "banche" la crisi dei mutui "subprime" sembrerà una modesta avvisaglia in confronto a questa deflagrazione. Paradossalmente l'attuale situazione disastrosa sarà peggiorata dal tentativo del Tesoro di salvare il salvabile. Queste le due contromisure [*1]:
[...] Treasury Secretary Henry Paulson swung the weight of the federal government behind Fannie Mae and Freddie Mac, the beleaguered companies that buy or finance almost half of the $12 trillion of U.S. mortgages.[...] Paulson proposed that Congress enact legislation giving the Treasury temporary authority to buy equity “if needed” in the firms, and to increase their lines of credit with the department from $2.25 billion each. The temporary authority may be for 18 months, a Treasury official told reporters on a conference call on condition of anonymity.
Ampliare le linee di credito e ripianare il debito garantendo l'accesso allo sportello per l'erogazione del credito al tasso di sconto. Insomma se le due istituzioni dovranno essere salvate sarà grazie alla stampa di nuovo denaro, ovvero un'espansione della massa monetaria (inflazione) con la conseguente perdita d'acquisto dei salariati. Ecco sinteticamente le conseguenze, riassunte dal presidente della Rogers Holdings [*2]:
Taxpayers will be saddled with debt if Congress approves U.S. Treasury Secretary Henry Paulson’s request for the authority to buy unlimited stakes in and lend to Fannie Mae and Freddie Mac, Rogers said in a Bloomberg Television interview. Goldman Sachs Group Inc. analyst Daniel Zimmerman predicted the mortgage finance companies’ shares may fall another 35 percent. “I don’t know where these guys get the audacity to take our money, taxpayer money, and buy stock in Fannie Mae,” Rogers, 65, said in an interview from Singapore. “So we’re going to bail out everybody else in the world. And it ruins the Federal Reserve’s balance sheet and it makes the dollar more vulnerable and it increases inflation.”
Tanto per cambiare tutto questo casino lo pagheranno i contribuenti, con una sorta di "socializzazione del debito" e più in generale chi possiede dollari. L'ennesima conferma delle teorie di Von Mises sull'intervento statale in economia, riassunte in questo articolo di Llewellyn H. Rockwell, "Freddie, Fannie, and Curses on FDR".

13 luglio 2008

Sicurezza e emendamenti

Il preambolo alla Costituzione degli Stati Uniti consiste di una singola frase che introduce il documento e i suoi scopi; in particolare nelle sue prime tre parole ("We the people", "Noi le persone"), è una delle sezioni più citate della Costituzione. Esso spiega solamente la logica dietro alla Costituzione: lo Stato non deve essere nè pervasivo nè prevaricante nei confronti della libertà degli individui che ne fanno parte. Allo stesso modo i primi 10 emendamenti della Costituzione, noti anche come Dichiarazione dei Diritti, ribadiscono la limitazione del potere (di coercizione) del governo federale: il primo garantisce la libertà di parola e di riunirsi pacificamente, il secondo - sperando non venga pretestuosamente cancellato dalla Carta [*1 - *2] - il diritto di possedere armi, il terzo che le truppe non si "accampino" in abitazioni private, il quarto difende da arresti irragionevoli,... e così via. Eppure, in barba alla Costituzione, quotidianamente assistiamo a tentativi (che spesso finiscono a buon termine) di limitare la libertà dei singoli. L'ultimo in ordine di tempo è la scelta del Congresso di destinare 100 milioni di dollari per l'organizzazione della sicurezza delle conventions politiche estive americane. É bene analizzare razionalmente la questione: soldi delle tasse dei cittadini statunitensi (che ad oggi sarebbe meglio definire abitanti di tendopoli [*3], vista la situazione economica) verranno spesi per l'acquisto di non bene identificate armi per il controllo delle folle. Si parla anche di raggi di calore [*4] e strumenti simili. Insomma, se un manifestante dovesse protestare potrebbe trovarsi a fare i conti con armi che lui stesso ha pagato. Ecco il servizio della CNN:


Sembrano i preparativi per la legge marziale (non che negli States siano rimasti ancora molti diritti personali normalmente garantiti ai cittadini [*5]). A dimostrazione del fatto che uno Stato qualsiasi può decidere in qualsiasi momento di ridurre o eliminare qualsiasi libertà del cittadino adducendo qualsiasi motivazione gli passi per la testa (la "sicurezza", nel caso degli Stati Uniti post 9/11). Insomma lo Stato può derubare e menare le persone, senza che queste abbiano difesa alcuna contro di esso. Questa prevaricazione continua, peraltro portata avanti grazie a un consapevole "coglionamento" del cittadino, che è il primo a chiedere più leggi, ha ormai tutte le caratteristiche della deriva verso uno stato fascista. Il problema, visti gli equipaggiamenti dei "tutori dell'ordine", è che forse è troppo tardi per chiedere delle spiegazioni a chi dovrebbe rappresentarci.

6 luglio 2008

L'etanolo ha causato la crisi alimentare globale

L'attuale tendenza a puntare, attraverso sussidi statali (leggasi soldi prelevati dalle tasche del cittadino), allo sviluppo dei biocombustibili è già stata materia di discussione in questo blog [*1 - *2 - *3]. Tuttavia l'etanolo è attualmente uno dei capisaldi, in materia energetica, dell'amministrazione statunitense. L'ultimo piano energetico nazionale prevede infatti pesanti sussidi alla produzione di etanolo ricavato da cereali ed alla produzione domestica di petrolio [*4]. I sussidi alla produzione di etanolo sono certamente il peggior tipo di programma governativo. Si tratta infatti di una fonte di carburante costosa, con un rendimento di solo il 70 per cento rispetto al petrolio, e la cui produzione è talmente energivora che avrebbe un trascurabile impatto netto sulla riduzione della dipendenza statunitense da altre fonti di energia. All'aspetto di carattere tecnico si aggiunga che secondo un recente rapporto della World Bank, pubblicato dal Guardian [*5] i biocombustibili costituiscono una delle principali cause dell'attuale crisi alimentare globale:
Biofuels have forced global food prices up by 75% - far more than previously estimated - according to a confidential World Bank report obtained by the Guardian. The damning unpublished assessment is based on the most detailed analysis of the crisis so far, carried out by an internationally-respected economist at global financial body. The figure emphatically contradicts the US government’s claims that plant-derived fuels contribute less than 3% to food-price rises. It will add to pressure on governments in Washington and across Europe, which have turned to plant-derived fuels to reduce emissions of greenhouse gases and reduce their dependence on imported oil. Senior development sources believe the report, completed in April, has not been published to avoid embarrassing President George Bush. [...] It will also put pressure on the British government, which is due to release its own report on the impact of biofuels, the Gallagher Report. The Guardian has previously reported that the British study will state that plant fuels have played a “significant” part in pushing up food prices to record levels [*6]. Although it was expected last week, the report has still not been released.

“Political leaders seem intent on
suppressing and ignoring the strong evidence that biofuels are a major factor in recent food price rises,” said Robert Bailey, policy adviser at Oxfam. “It is imperative that we have the full picture. While politicians concentrate on keeping industry lobbies happy, people in poor countries cannot afford enough to eat.”

Rising food prices have
pushed 100m people worldwide below the poverty line, estimates the World Bank, and have sparked riots from Bangladesh to Egypt. Government ministers here have described higher food and fuel prices as “the first real economic crisis of globalisation”. President Bush has linked higher food prices to higher demand from India and China, but the leaked World Bank study disputes that: “Rapid income growth in developing countries has not led to large increases in global grain consumption and was not a major factor responsible for the large price increases.” Even successive droughts in Australia, calculates the report, have had a marginal impact. Instead, it argues that the EU and US drive for biofuels has had by far the biggest impact on food supply and prices.

Since April, all petrol and diesel in Britain has had to include 2.5% from biofuels. The EU has been considering raising that target to 10% by 2020, but is faced with mounting evidence that that will only push food prices higher. “Without the increase in biofuels, global wheat and maize stocks would not have declined appreciably and price increases due to other factors would have been moderate,” says the report.
The basket of food prices examined in the study rose by 140% between 2002 and this February. The report estimates that higher energy and fertiliser prices accounted for an increase of only 15%, while biofuels have been responsible for a 75% jump over that period.

It argues that
production of biofuels has distorted food markets in three main ways. First, it has diverted grain away from food for fuel, with over a third of US corn now used to produce ethanol and about half of vegetable oils in the EU going towards the production of biodiesel. Second, farmers have been encouraged to set land aside for biofuel production. Third, it has sparked financial speculation in grains, driving prices up higher. [...]
Questo articolo fornisce molteplici spunti di riflessione. Primo: il perseguimento di questa politica energetica, a fronte di fallimenti acclarati e documentati, è l'ennesima dimostrazione che i governi (Usa) e le organizzazioni sopranazionali (Ue) mettono gli interessi di ristretti gruppi di persone davanti a quelli di milioni di persone. La considerazione logica che segue è se valga veramente la pena di lasciare che i governi gestiscano ogni singolo aspetto della nostra vita e se un'unione di stati (tramite Trattato) non sia quanto di più controproducente per la libertà dell'individuo. Secondo: i biocarburanti stanno giocando un ruolo fortemente distorsivo nei paesi in cui sono applicati e anche sull'economia globale. Analogamente il tentativo di regolamentare il mercato e fissare degli obiettivi (Kyoto) si rivela sempre controproducente, in quanto causa una cattiva allocazione di risorse e di beni [*7]. Terzo: non è da escludere che i capitali che fuggono dal mercato immobiliare (a proposito, le conseguenze dell'esplosione della bolla immobiliare spagnola si sentiranno a breve) confluiscano in quello dei prodotti energetici (per cui il prezzo del petrolio ha raggiunto la punta di 140 dollari al barile [*8]) e in quello dei prodotti alimentari, con ripercussione sui prezzi e quindi accelerando l’inflazione (nell’Ue ha raggiunto ufficialmente oggi il valore del 3,7 per cento, ma quella effettiva è doppia) i cui effetti sull’economia sono lampanti.

Insomma, il caso del biodiesel è da prendere come esempio chiarificatore per valutare gli effetti negativi dell'intervento statale sul mercato. Analogamente questi documenti costituiscono anche una valida argomentazione contro chi, a fronte delle prossime bolle causate dalla facilità nell'accesso al credito [*9] e dai sussidi statali, dovesse proporre un'ulteriore regolamentazione del mercato per ridurre la libertà di agire dei singoli [*10]. Un'ultima considerazione: pare che fra le conseguenze dei sussidi all'etanolo ci sia anche la siccità [*11], vista l'alta quantità di acqua che necessita la produzione dello stesso: "Cornell University ecology professor David Pimentel says that when you count the water needed to grow the corn, one gallon of ethanol requires a staggering 1,700 gallons of H2O". Preparatevi al peggio.

Il panico dopo la bolla

Guardate *questo video. Phillip Swagel, assisente del Segretario del Tesoro statunitense cerca di convincere, con risultati quantomeno deludenti, i giornalisti presenti al briefing sul miglioramento delle attuali condizioni economiche americane. Un laureato ad Harward, che ha già ricoperto diverse posizioni all'interno della Fed e dell'Imf, è in palese difficoltà nella missione impossibile assegnatagli da Hank Paulson: infondere ottimismo e mettere in buona luce le attuali scelte governative in materia economica. Un'impresa, considerati i 438,000 posti di lavoro persi nella prima metà del 2008. Ecco un'estratto della conferenza [*1]:

Does this mean the economy is worse than the Bush administration expected?

“We shouldn’t, in a sense, be surprised when the data are, are, soft,” Swagel managed to say.

Does the economy need another stimulus package?

“I-it seems, you know, it seems like that’s, that’s enough, uh, enough.”

What might trigger another round of economic stimulus?

“I don’t, I guess I don’t have an answer, I mean, you know, beyond saying we look at all the data and, um — so, my usual line.”

Notare i vaneggiamenti, soprattutto in risposta alla seconda domanda. É infatti ormai chiaro che le contromisure del Governo per fronteggiare la crisi post-bolla sono state del tutto inefficaci, anzi, come riporta il Gongoro, hanno creato un'ulteriore *bolla nel settore pornografico.